Lavarsi i denti quotidianamente per molti è diventato un gesto spontaneo, spesso però è un’attività alla quale non si presta la giusta attenzione, riducendo in parte la sua efficacia, e nonostante gli sforzi non si ha un sorriso perfetto e sano.

Per avere dei denti sani sono sufficienti tre lavaggi al giorno, dopo la prima colazione, dopo il pranzo e prima di andare a letto, usando sempre nel modo corretto lo spazzolino con il dentifricio ed aver passato il filo interdentale.

Tra gli errori più comuni c’è sicuramente la troppa pressione, spesso dovuta al poco tempo a disposizione, ma una maggior forza non garantisce certo un risultato migliore, nel tempo l’effetto abrasivo può provocare gravi danni non solo allo smalto dei denti, ma anche dolorosi problemi alle gengive.

La giusta tecnica consiste nello spazzolare i denti dell’arcata superiore dal colletto gengivale verso il basso, mentre dal basso verso l’alto per quella inferiore.

Lo spazzolamento orizzontale è del tutto inefficace nel rimuovere la placca ed ancor meno i residui di cibo che si depositano negli spazi tra dente e dente.

Altra abitudine errata è quella di dedicare più tempo allo spazzolamento dei soli denti davanti, dimenticando quelli posteriori, grave mancanza perché è proprio nei punti più difficili da arrivare che la placca si deposita di più.

Lo spazzolino è uno strumento indispensabile per l’igiene del cavo orale, quindi va sostituito periodicamente, soprattutto per evitare che le setole usurate non svolgono al meglio il loro lavoro di rimozione, diventando invece un accessorio poco igienico.

Molte persone tralasciano lo spazzolamento prima di andare a dormire, invece quello serale è di grande importanza, infatti è proprio durante la notte che la placca si forma di più, perché i residui di cibo creano un ambiente molto favorevole alla proliferazione di batteri.

Per una corretta detersione è necessario pulire tutte le parti della bocca, oltre ai denti bisogna spazzolare anche la superficie linguale, per cercare di rimuovere il maggior numero di batteri spesso responsabili dell’alitosi.